A Poet Behind Bars (Italian/PEN Italy)
UNA POETESSA DIETRO LE SBARRE
di Dareen Tatour
Traduzione dall’arabo di Hadam Oudghiri
Translated from Arabic by Hadam Oudghiri
In carcere, ho visto prigionieri
non schedati: non si riesce a contarli…
C’è l’assassino e il criminale,
il ladro e il bugiardo,
l’onesto e il miscredente,
il confuso e lo smarrito,
l’affamato e il malfattore.
E poi ci sono gli ammalati di patria,
appena usciti dal grembo del dolore,
hanno vissuto ogni ingiustizia:
violata, la loro innocenza dall’infanzia,
devastati dalla tirannia del mondo.
Sono cresciuti…
anzi, sono cresciute le loro sventure
rese enormi dalla repressione.
Sono la rosa in un terreno di sale,
hanno abbracciato l’amore senza paura,
colpevoli solo di aver detto:
“Amiamo la patria senza alcun limite”.
Non conosceranno mai la loro colpa …
poiché l’amore è il loro crimine
e per gli innamorati, la prigione è il destino.
Ho interrogato la mia anima,
fra dubbio e sbalordimento:
“Qual è il tuo crimine, anima mia?”.
Non lo so ancora.
Ho fatto una cosa sola:
svelare i miei pensieri,
scrivere di questa ingiustizia …
tracciare con l’inchiostro i miei sospiri …
Ho scritto una poesia…
La colpa ha vestito il mio corpo,
dalla punta dei piedi al capo.
Sono una poetessa in prigione,
una poetessa dalla terra dell’arte.
Sono accusata per le mie parole.
Lo strumento del delitto è la mia penna;
l’inchiostro, sangue dei sentimenti, l’impronta
che testimonia contro di me …
Ascolta, o mio destino, o vita mia,
la condanna del giudice:
la mia poesia è sotto accusa,
la mia poesia è un crimine.
Nel Paese della libertà
il carcere è il destino dell’artista.
2 novembre 2015
(Jalamah, Il giorno in cui ho ricevuto l’atto d’accusa)